Quando stamattina Gigio mi ha dato la brutta notizia, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata l’attacco della canzone di De Gregori: “due ragazzi nel borgo, cresciuti troppo in fretta, un’unica passione per la bicicletta”.Noi la passione l’avevamo per il ping pong e, tra abbandoni e ritorni, ci è durata per tutta la vita.Devo anche dire che un amico così diverso da me non l’ho avuto mai, e certamente mai lo riavrò.Perché eravamo e siamo rimasti amici per tutta una vita? Semplicemente perché Flavio (se qualche volta lo chiamavo anch’io King era solo per prenderlo in giro) era troppo divertente: stare con lui era come essere sempre sul set di “Amici miei”.Solo quando giocava e, meglio ancora, quando allenava era serio e concentrato sul lavoro che stava facendo e sulla qualità del colpo che ti stava proponendo e/o analizzando. Tutto il resto erano battute e situazioni divertenti.Per rubare un sorriso a chi non l’ha conosciuto come l’abbiamo conosciuto noi vecchi del “Vigorelli”, racconto una piccola storia (vera) di tanti anni fa.Sono a Bordighera e gioco la finale del torneo. È mezzanotte passata e l’ultimo treno per Milano è già partito. L’unica mia prospettiva è quella di aspettare il primo treno del mattino, che passerà verso le cinque. Ad un tratto vedo Dario Bogliardi (altra “racchetta spezzata” nella nostra Spoon River). Non ho una grande confidenza con lui, ma so che gioca al Vigorelli e quindi gli chiedo un passaggio. Appena fatta la richiesta, Dario mi prende la borsa, mi accompagna alla macchina, “ordina” alla moglie di salire dietro e partiamo. Io sono un po’ imbarazzato per la situazione e cerco di avviare qualche discorso, anche per dimostrare la mia gratitudine per la gentilezza che mi sta facendo. Ad un certo punto, Dario mi stoppa e a bruciapelo mi chiede: “Scusa Alberto, ma come mai tu parli con me?”. Io per un attimo resto basito e l’unica risposta che mi viene è: “Perché mi chiedi questo?”. Risposta di Dario: “Sai, Maietti mi ha detto che io non posso parlare con i prima categoria!”.Riposa in pace, Flavio. Non andare a fare casino anche in Paradiso.